stop violenza donne

Fondazione Generazioni contro la violenza sulle donne.

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, 25 novembre, “Fondazione Generazione” e tutto lo staff sono in prima linea per affrontare un problema radicato che continua a minare la sicurezza e la dignità di molte donne in Italia e nel mondo.

La violenza contro le donne è un fenomeno diffuso e devastante che continua a persistere nella nostra società, rappresentando una sfida critica che richiede una risposta urgente e incisiva. In un’epoca in cui la consapevolezza sociale è in costante crescita, è fondamentale affrontare questo problema con determinazione e intraprendere azioni concrete per tutte le generazioni per porre fine a un ciclo di abusi che ha ripercussioni profonde sulla vita delle vittime.

Nonostante i progressi sociali ed economici degli ultimi decenni, la violenza contro le donne persiste in molte forme. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente evidenziato questo problema, con un aumento preoccupante dei casi di violenza domestica e di genere durante i lockdown. Le donne si sono trovate intrappolate in situazioni di pericolo, con poche risorse a disposizione per chiedere aiuto.

Inoltre, il cyberspazio ha amplificato le minacce, con sempre più donne vittime di stalking online, diffamazione e abusi verbali attraverso i social media.

Secondo Sergio Palmieri, il presidente di “Fondazione generazioni” “È imperativo considerare la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e agire con determinazione per porre fine a questa piaga sociale.”

 

Tante le misure per affrontare il problema della violenza contro le donne

Educazione e sensibilizzazione: La chiave per combattere la violenza contro le donne è l’educazione. È essenziale sensibilizzare la società sui diversi aspetti di questo problema, promuovendo la parità di genere, il rispetto reciproco e l’empowerment delle donne. Le campagne di sensibilizzazione possono contribuire a cambiare mentalità e ad abbattere stereotipi dannosi.

Rafforzamento delle leggi esistenti: Le leggi devono essere rigorose e applicate in modo efficace per scoraggiare la violenza di genere. Inoltre, è cruciale garantire un accesso agevole alla giustizia per le vittime, fornendo risorse adeguate e creando un ambiente in cui le donne si sentano supportate nel denunciare gli abusi.

Sostegno alle vittime: Creare reti di supporto è fondamentale. Servizi di assistenza, rifugi sicuri e linee telefoniche di emergenza possono offrire alle donne in pericolo un rifugio e un aiuto immediato. Investire nelle risorse per le vittime è un passo cruciale per garantire loro un percorso verso la guarigione e l’indipendenza.

Inclusione degli uomini nel cambiamento: Coinvolgere gli uomini nel processo di sensibilizzazione è cruciale. Programmi di formazione che promuovono la responsabilità maschile e l’uguaglianza di genere possono contribuire a creare una cultura in cui la violenza non ha spazio.

Utilizzo della tecnologia a fini positivi: Sfruttare la tecnologia per combattere la violenza online è essenziale. Le piattaforme digitali devono adottare politiche rigorose contro il cyberbullismo e lo stalking online, garantendo un ambiente sicuro per tutti gli utenti.

 

“Questo non è amore”

Inoltre Fondazione Generazioni supporta e ricorda il progetto “Questo non è amore” della Polizia di Stato che rappresenta un sostegno fondamentale per le donne vittime di violenza. Bisogna rafforzare il messaggio cruciale che le donne non sono sole e devono avere il coraggio di chiedere aiuto per porre fine agli abusi subiti.

 

Affrontare la violenza contro le donne richiede un impegno collettivo. È responsabilità di ciascuno di noi contribuire a creare una società in cui le donne possano vivere libere dalla paura della violenza. Solo attraverso l’educazione, la consapevolezza, il cambiamento culturale e l’azione governativa possiamo sperare di porre fine a questa dolorosa realtà e costruire un futuro in cui la parità di genere sia una realtà tangibile per tutti.

 

 

Alberghetti

Il progetto “Cercasi lavoratori” presentato all’Istituto Alberghetti

Sabato 28 ottobre, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Francesco Alberghetti, a Imola, si è svolta una tavola rotonda con la presentazione del progetto della Fondazione Generazioni: “Cercasi lavoratori. L’impatto dell’inverno demografico sul mercato del lavoro in Emilia Romagna e nella città metropolitana di Bologna”.

 

Lo studio promosso da Cisl Area metropolitana bolognese, Fondazione Generazioni e dal sindacato dei pensionati, Fnp, è stato presentato direttamente dagli autori Gianluigi Bovini e Franco Chiarini, statistici e demografi.

 

Alla tavola rotonda di approfondimento, moderata da Andrea Ferri direttore del Nuovo Diario Messaggero, hanno  partecipato: Marco Panieri sindaco di Imola, Gaudenzio Garavini presidente Fondazione FITSTIC Fondazione Istituto Tecnico Superiore Industrie Creative, Marco Gasparri delegato del Tavolo delle Imprese Imola, Marco Macciantelli dirigente scolastico I.I.S. F.Alberghetti, Fabrizio Ungarelli direttore sedi Bologna e Imola IAL Emilia Romagna, Enrico Bassani segretario generale Cisl Area metropolitana bolognese.

Sala Borsa

“Cercasi Lavoratori”: Presentazione dello studio in Sala Borsa a Bologna

Nella bellissima cornice della Sala Borsa, in piazza Nettuno a Bologna, il 5 giugno 2023, si è tenuto un convegno organizzato dalla Fondazione Generazioni insieme alla Cisl e Fnp-Cisl dell’Area Metropolitana Bolognese, per parlare di lavoro e demografia.

In apertura dell’evento, Sergio Palmieri, Presidente della Fondazione Generazioni, ha presentato lo studio dal titolo “Cercasi Lavoratori” in cui gli autori hanno analizzato “l’impatto dell’inverno demografico sul mercato del lavoro in Emilia-Romagna e nella città metropolitana di Bologna”.

Gli autori, Gianluigi Bovini e Franco Chiarini, hanno spiegato i cambiamenti della popolazione sul breve-medio e lungo periodo e l’impatto che il cosiddetto “inverno demografico” determinerà sul mercato del lavoro a Bologna, in Emilia Romagna e in Italia.

La situazione nel mondo del lavoro, come evidenziato nello studio, desta preoccupazione. La crisi nel settore occupazionale è sempre più evidente, con un divario crescente tra l’offerta e la domanda, aggravato dal significativo declino demografico. Nel 2022, per la prima volta in Italia, le nascite sono scese al di sotto delle 400.000 unità (392.598), mentre i decessi sono stati quasi il doppio (713.495). Nonostante un saldo migratorio positivo (228.816), ciò non è sufficiente a compensare il netto calo della popolazione. Dal 2014, il numero di residenti in Italia è diminuito di oltre un milione e mezzo, con una popolazione sempre più anziana in media.

Questo trend inevitabile si tradurrà in una contrazione della domanda di lavoro. Le previsioni per il 2070 sono allarmanti, con una stima di 11,7 milioni di lavoratori in meno in Italia. Questa situazione si aggrava soprattutto al Sud e nelle Isole, con picchi di oltre il 50% in Basilicata e Sardegna e oltre il 40% in Molise, Calabria, Sicilia e Campania. Sebbene le percentuali diminuiscano risalendo verso il Nord, le proiezioni rimangono negative. In Emilia-Romagna, l’Istat prevede una diminuzione del 18,1% delle persone potenzialmente attive nel mercato del lavoro (15-64 anni) entro il 2070, equivalente a oltre mezzo milione di lavoratori e lavoratrici in meno.

Come affrontare il calo demografico

L’obiettivo dello studio è stato quello di fare un’analisi della situazione attuale, ma anche di offrire delle soluzioni pratiche per affrontare il calo demografico a Bologna e non solo.

Prima di tutto, occorre affrontare la discussione sugli stranieri: il nostro mercato del lavoro trae vantaggio dai flussi migratori, sia interni che esterni. Si può e si deve anche favorire il ritorno di cittadini che studiano o lavorano all’estero. La competitività è cruciale, legata al reddito e alla contrattazione.

Per i giovani, noti come Neet, occorre rendere il lavoro attraente, evitando la demonizzazione e creando condizioni favorevoli.

Inoltre, altro aspetto fondamentale riguarda studio e cultura, con un focus sulla non dispersione scolastica per facilitare l’accesso al lavoro. La dispersione scolastica va considerata un pericolo da evitare.

Infine, il tema delle donne: nonostante progressi, il loro accesso al lavoro è limitato, spesso in posizioni precarie o part-time. Bisogna cambiare questa dinamica, offrendo opportunità alle donne nel lavoro di cura, evitando stereotipi di genere.

 

In conclusione, sull’insieme di questi temi si sono poi svolti due panel coordinati dal caporedattore di Ètv Massimo Ricci:

il primo:“la voce dell’economia”

dove sono intervenuti:

  • Franco Mosconi, Professore di Economia e Politica Industriale, Università di Parma,
  • Valentina Marchesini, HR manager Marchesini Group Spa, presidente Fondazione Marchesini ACT,
  • Daniele Ravaglia, Vicepresidente Confcooperative Terre d’Emilia,
  • Gianluca Mazzini, Direttore generale Lepida ScpA;

il secondo, “la voce delle istituzioni e del sindacato”,

con gli interventi di:

  • Elisabetta Gualmini, Deputata Parlamento Europeo,
  • Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico, green economy e lavoro, Regione Emilia-Romagna,
  • Emily Marion Clancy, Vicesindaca Comune di Bologna,
  • Enrico Bassani, Segretario Generale Cisl Area Metropolitana Bolognese.